MARIGLIANO - QUESTA FOTO NON S'HA DA FARE

in OXIGENO NOTIZIE MARIGLIANO PALAZZO ATTENA

L'aggressione a mio fratello mi colpisce non solo e non tanto perché si tratta di mio fratello ma perché indica drammaticamente come si siano ridotti gli spazi di dignità di un cittadino nelle nostre zone.
Maurizio è un fotografo con l'istinto del reporter che ama attraverso i suoi scatti cogliere la vita in tutti i suoi aspetti. E ama la sua terra. Stava documentando, su incarico di un'associazione impegnata nella tutela del territorio, la frettolosa e dubbia demolizione di un fabbricato storico a Marigliano, vincolato dalla soprintendenza. Ma qualcuno al cantiere ha reagito con la violenza. Dal Comune silenzio. Ma se le procedure erano corrette e tutto era regolare dov'era il problema? Ma evidentemente non siamo di fronte alla documentazione di un terremoto, di una frana, di una slavina. Altrimenti che senso avrebbe la reazione violenta? Qualcuno nutre timori. E del resto una villa di quella grandezza ridotta a un cumulo di macerie in un giorno...Se si facesse cosi' con tutti i fabbricati abusivi che infestano il territorio, che liberazione!

Siamo ritornati a Rosi. Andiamo a rileggere ora la nota apposta da Sciascia al "Il giorno della civetta", nel 1960. Lo scrittore ammette amaramente di aver lavorato a lungo sul suo romanzo non solo per ragioni letterarie ma anche "per parare le eventuali e possibili intolleranze di coloro che dalla mia rappresentazione potessero ritenersi, più o meno direttamente colpiti. Perché in Italia, si sa, non si puo' scherzare né coi santi né coi fanti: e figuriamoci se invece di scherzare si vuol fare sul serio....Puo' darsi il racconto ne abbia guadagnato ma certo non l'ho scritto con quella piena libertà di cui uno scrittore...dovrebbe sempre godere." Che allegria!

Adesso siamo arrivati anche alla censura delle foto, di queste foto, perché quelle delle corna dei vip rendono e come. Ma quando si tocca la nostra terra, l'identità, la salute di tutti noi meglio di no, quando si scende sul "civile" meglio distrarsi. E non siamo nel Cile di Pinochet o a Teheran.

Ogni riferimento a fatti o persone concrete deve essere puramente casuale. Meglio la fiction. Ma Maurizio è un fotografo, anche di strada, e ha il diritto di continuare a fare il suo mestiere e a seguire il suo istinto. In un paese libero. In un paese migliore. E su questa storia bisognerà andare a fondo. Non solo per lui ma per la dignità di noi tutti.
Marigliano, 23 Marzo 2011 Antonio Sena

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Anni fa, quando ero un

Anni fa, quando ero un semplice direttore dei lavori di scavo archeologico della Cattedrale di Bitonto (Bari), decisi di pubblicare un articolo sul periodico locale dal titolo "VIETATO ENTRARE", in cui evidenziavo che, molto spesso, nei cantieri edilizi e archeologici era "vietato l'ingresso ai non addetti ai lavori".
Decisi di far realizzare una passerella in tutta sicurezza per far vedere a tutti, anche di nascosto, i bellissimi mosaici medievali e le strutture che emergevano. Fui boicottato dagli stessi funzionari, che si sentirono scalzati da questa operazione trasparenza, solo perchè alcuni erano "armati" di curiosità e di amore verso il Prossimo! Ma io ho continuato per la mia strada e appoggerò ogni iniziativa di ricerca e documentazione.
Soliderietà totale a Maurizio Sena e ad Anita Capasso.

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